Dopo l'8 Marzo un altro femminicidio e nuove violenze ai danni di donne. Mentre crescono nel mondo le diseguaglianze sociali fra uomini e donne

di redazione 08/03/2017 CULTURA E SOCIETÀ
img

All'indomani della festa della donna, con sciopero e proteste, la violenza continua. Il corpo di una donna in Calabria è stato trovato trovato senza vita in una pozza di sangue. A Mantova un uomo ha accoltellato l'ex compagna, gravissima. Intanto si svolge a Rimini l'udienza preliminare per il caso di Gessica Notaro, la modella sfregiata con l'acido dall'ex. E, dopo 17 anni, arriva la sentenza sul caso di una ragazzina suicida dopo essere stata abusata.

E' stata uccisa Antonella Lettieri la donna di 40 anni il cui cadavere è stato trovato stamani a Cirò Marina. A determinare la morte della donna, che risalirebbe a ieri, un colpo alla testa inferto con un corpo contundente. Il corpo senza vita era in una pozza di sangue sull'uscio di casa dove la donna, che era single, viveva da sola.

La vittima, quando è stata ritrovata da un parente recatosi a casa preoccupatosi perché la donna non era andata al lavoro, indossava il giubbotto ed aveva accanto il telefono cellulare. I carabinieri stanno vagliando la posizione di alcune persone. Antonella Lettieri lavorava come commessa in un negozio di alimentari gestito da una parente. I carabinieri non escludono che possa trattarsi di un femminicidio. L'abitazione è stata trovata a soqquadro.

 

Il racconto dell'8 Marzo

Cortei, assemblee, astensione dal lavoro, fuori e dentro casa: quello di oggi vuole essere un 8 marzo poco celebrativo e molto di protesta. Basta mimose e cioccolatini, tutti in piazza contro le discriminazioni e la violenza che ogni anno uccide più di cento donne. 

Come negli anni '70, le femministe si sono riprese la scena e hanno indetto uno 'sciopero globale', chiedendo l'adesione ai sindacati. All'appello hanno risposto le sigle di base e la Flc Cgil, che hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore che interesserà trasporti locali, ferroviari, aerei, scuola e sanità. Lo sciopero generale ha provocato non pochi mal di pancia tra i sindacati, con i confederali che hanno preso le distanze ma organizzeranno iniziative nei territori. 

Al di là delle sigle, comunque, lo 'sciopero globale' - lanciato in Argentina e che riguarderà non solo l'Italia ma anche altri 40 Paesi - vuole coinvolgere, nelle aspettative delle promotrici, lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, disoccupate, studentesse, casalinghe. E le forme potranno essere molteplici: non solo l'astensione dal lavoro e dalla cura (della casa, dei figli), ma anche modalità alternative come lo sciopero bianco, l'astensione dal consumo, l'adesione simbolica, il picchetto, lo sciopero digitale. A Roma, tra le numerose iniziative è previsto un presidio delle lavoratrici di Almaviva contro i licenziamenti, una manifestazione contro la Buona Scuola davanti al Miur e un'altra davanti all'Università La Sapienza e un corteo, che partirà nel pomeriggio dal Colosseo e arriverà a Trastevere. Iniziative sono comunque in programma in tante città. In prima linea le femministe dei Centri antiviolenza, molti dei quali resteranno aperti alla cittadinanza. 

IL Rapporto Oxfam:

Continua a crescere la disuguaglianze economica, salariale e di accesso al mercato del lavoro tra uomini e donne e il distacco è così ampio che per invertire l'attuale trend servirebbero ancora 170 anni, 52 in più rispetto a un anno.

È l'allarme lanciato da Oxfam in occasione della festa della donna, nell’ambito della campagna Sfido la fame, con il report “Un’economia che funziona per le donne” che evienza anche come - riprendendo i dati dell'Organizzazione Mondiale del Lavoro -le donne guadagnino ancora oggi in media il 23% in medio degli uomini,

Un allargamento della forbice - rileva Oxfam - che incide sempre di più sulla vita di milioni di donne soprattutto nei Paesi poveri dove questa disparità di retribuzioni e di opportunità di accesso al mercato del lavoro, costa fino a 9 mila miliardi dollari all’anno di mancate risorse, che potrebbero permettere l’uscita dalla povertà estrema di una fetta sempre maggiore di quei 795 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame. Di fronte - ricorda l'organizzazione -  un contesto mondiale dove molti dei diritti acquisiti dalle donne negli ultimi decenni sono messi in discussione e le disparirà in crescita.

Basti pensare alla quota di lavoro non retribuito (soprattutto di cura delle persone) che a seconda dei diversi Paesi viene svolto da 2 a 10 volte in più dalle donne rispetto agli uomini. Il settore è in grado di generare un valore economico complessivo di circa 10 mila miliardi di dollari all’anno, ossia più del Pil di Giappone, Brasile e India messi insieme. Un’enormità di risorse che potrebbero non solo garantire un reddito dignitoso a milioni di famiglie nei paesi in via di sviluppo, ma anche migliori servizi pubblici essenziali come istruzione e sanità.

La disuguaglianza di genere a livello economico, oggi è tornata ai livelli del 2008. – afferma Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia – Nel mondo quasi 600 milioni donne sono occupate in lavori precari come il lavoro domestico a cui da sempre sono destinate e attività agricole di sussistenza, soprattutto nei Paesi poveri. E’ perciò un dovere universale garantire a milioni di donne un lavoro retribuito e un reddito dignitoso, colmando il divario tra uomini e donne in termini di opportunità e diritti, garantendo contratti stabili e condizioni di lavoro sicure. Sarà fondamentale poi affrontare con decisione la discriminazione di genere e gli abusi sul luogo di lavoro, ridurre il peso del lavoro di cura non retribuito, dare un accesso eguale a quello degli uomini alla proprietà della terra e alla proprietà d’impresa a livello globale. Solo così – conclude Iachino - sarà possibile sconfiggere la povertà estrema entro il 2030, salvando dalla fame fino a 150 milioni di persone nel mondo”.


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali